domenica 3 novembre 2013

Quanta plastica hai ingoiato oggi?



Da uno studio di Richard Thompson, biologo marino della University of Plymouth.

"…la lenta azione delle forze meccaniche, le onde e le maree che trituravano le coste trasformando le scogliere in spiagge, stava producendo il suo effetto anche sulla plastica. Gli oggetti più grossi stavano lentamente rimpicciolendosi e nello stesso tempo non c'era segno che la plastica si biodegradasse anche se ridotta in frammenti microscopici".

Immaginò che si stesse polverizzando e capì che più diventava piccola e più i problemi diventavano grandi.
Organizzò un esperimento in un acquario usando arenicole dei fondali che vivono di sedimenti organici, cirripedi che filtrano la materia organica sospesa nell'acqua e pulci di mare che mangiano i detriti nella sabbia.
Fornendo loro particelle e fibre di plastica in dimensioni proporzionate ogni creatura le ingeriva all'istante.
Di una cosa fu certo: prima o poi tutti gli esseri viventi l'avrebbero mangiata. "Quando la plastica diventa grossa come un granello di polvere anche lo zooplancton la ingoia".

Gli oceanografi chiamano il Vortice subtropicale del Nordpacifico: La grande chiazza di immondizia del Pacifico.
Nel 2005 stimata in ventisei milioni di chilometri quadrati, all'incirca le dimensioni dell'Africa, non è l'unica, il pianeta ha altri 6 vortici oceanici tropicali, tutti ingombri di una tremenda massa di rifiuti.
Tazzine, tappi di bottiglia, grovigli di lenza e rete da pesca, pezzi di imballaggi, polistirolo, anelli delle confezioni di lattine, palloncini sgonfi, eterei brandelli di pellicola per alimenti e quantità incalcolabili di flosci sacchetti di plastica.
Per la plastica "visibile", si calcola una media di 2 etti di detriti ogni cento metri quadrati di superficie, in totale tre milioni di tonnellate di plastica.
Esami effettuati con strumenti a strascico rivelarono che sul fondo c'era più plastica che plancton, per un peso di 6 volte maggiore.
L'odierno ammontare di plastica impiegherà centinaia di migliaia di anni a consumarsi ma alla fine si biodegraderà.
Gli odierni microbi che scindono gli idrocarburi nei loro costituenti, impararono a mangiare la lignina e la cellulosa e di recente a mangiare il petrolio
La lignina è molto più complessa, eppure si biodegrada, è solo questione di aspettare che l'evoluzione si metta al passo con i materiali che noi stiamo inventando.

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