lunedì 19 dicembre 2011

La Rossa

la rossa nella borsa


Crema, 19 dicembre 2011


Oggi mi sento la testa più leggera.
Ho smontato con pazienza la bici e ho infilato con cura ogni pezzo nella borsa.
Sono salito sulla pesa, sono risalito con il borsone in braccio e con carta e penna ho calcolato la differenza di 23,4 Kg.
Il limite per l'imbarco è di 23 Kg. Direi che ci siamo. Se non chiuderanno un occhio mi infilerò i pedali in tasca.
In Inghilterra vendono un cappottone mille tasche per eludere il controllo del peso.
Una persona scaltra con fare indifferente è riuscita a indossare 30 Kg di bagaglio extra!

E' la prima volta in vita mia che smonto una bicicletta.
Ho tribulato ma mi è piaciuto perché mi piace non star fermo un attimo.
Non sono capace di mettermi sul divano davanti alla tv.
Quando succede di doverla guardare e non mi devo tagliare le unghie e non c'è da stirare la guardo girando in tondo intorno al tavolo.

Smontare però è una cosa, rimontarla un'altra. Così per evitare sorprese a Buenos Aires, l'ho rimontata pezzo per pezzo. 50 minuti.
Invidio coloro che come prestigiatori ad uno spettacolo rimontano la ruota posteriore con l'eleganza di estrarre il coniglio dal cilindro.

Domani la userò per andare in ufficio.
Speriamo non parta una gomma in curva o si stacchi il manubrio mentre passo col rosso al semaforo.
Andrò piano senza walkman con l'udito attento e un piede che saltella sfiorando l'asfalto.

A cena illustro in ogni minimo particolare l'operazione di smontaggio.
Accorgendomi del calo progressivo dell'attenzione nel momento della fase dello sviamento del pedale sinistro con una chiave del 15 cerco di ravvivare l'interesse dichiarando che porterò con me anche rasoio e spazzolino elettrico.

Baraonda di veloci consultazioni.
3 voti contrari e uno favorevole, il mio.
Nell'organizzazione del viaggio non vige la democrazia ma la monarchia illuminata, la mia, quindi batto il cucchiaio sul tavolo affermando: "approvato".
L'idea di lavarmi i denti nel silenzio del nulla scrutando l'infinito col rumore di sottofondo del motorino dello spazzolino mi fà già sorridere.

Non vi ho ancora presentato la bici. "La Rossa". La presentazione dettagliata delle caratteristiche meriterebbe una cena illustrata quindi mi limiterò col dirvi che è rossa.

In verità l'avrei voluta nera ma è rossa e sono contento che lo sia.

Dicono che in Patagonia quando qualcuno scompare, due carabineiros saltano sulla camionetta girano un pò a vanvera per un paio di giorni e poi tornano a compilare gli scartabelli di "desaparecido".
Per avere un idea della densità della popolazione potete immaginare che in tutta la lombardia ci siano solo 2 persone. Immaginate di doverne cercare una magari deceduta nascosta sotto un cespuglio.
Per facilitare la ricerca nel caso mi perdessi i familiari mi hanno obbligato alla scelta del colore rosso anziché nero della bici. "Approvato".
A Caponord con "La Nera" e in Patagonia con "La Rossa".
Per farli stare meno in ansia non gli ho detto che per il 50% del viaggio il colore dominante è il rosso.
La prossima magari sarà "La Bionda" color sabbia con la quale attraverserò il Gobi o il Sahara.

8 commenti:

  1. Mitico Mario!...spero tu possa tenerci aggiornati sul tuo meraviglioso viaggio, mi raccomando! Ottima scelta la bici rossa...Ti auguro di avere il meglio da questa esperienza! Non vedo l'ora di leggerti!;)

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  2. eh vai.....

    ricordati di portare uno spcchietto... per mandare segnali

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  3. Ciao Mario,
    un grande in "bocca al lupo" per questa impresa!
    E' sempre entusiasmante provare a noi stessi che possiamo affrontare il mondo...."pedalandogli" accanto.
    Sei già invitato a raccontarcela dopo averla vissuta.
    Un abbraccio.

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  4. Grazie Luigia... che la dissenteria colga il lupo.

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  5. solo oggi 18 gennaio comincio a leggere il tuo blog, me ne ero dimenticato, indaffarato come sono con le mie inutili faccende da pensionato! pietro da barga

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  6. Trovo sorprendente la vostra avventura ... Io vivo a Buenos Aires e so che il vostro vicino di casa Enzo Rocco, mi sarebbe piaciuto vederti qui ... Buona fortuna e buon viaggio!

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  7. Ciao Mario, primo problema: vediamo se riesco a capire come fare per scriverti, se stai leggendo..problema risolto. Per "colpa tua" ho cambiato voli e dall'idea iniziale di fare la carettera e tornare a casa, ho allungato fino a ushuaia, incoraggiata dal tuo passaggio per la direttissima. Ora sto iniziando a ragionare sull'attrezzatura, domanda "quanto è stupido non portarsi la tenda?" ho letto testimonianze di gente che in mancanza di strutture ricettive ha trovato riparo in case disabitate, la vedi possibile come soluzione? ti ho letto e riletto riga per riga 'na meravilgia, grazie
    ciau
    michela

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  8. Ciao Michela!!!

    Il primo problema l’hai risolto.

    La risposta a tutte le tue domande è: dipende. Sopprattutto dal tuo carattere, ma la tenda la porterei.

    Dipende da quanti giorni hai a disposizione e dall’impronta che vorrai dare al tuo viaggio.

    Se deciderai di non portare con te cibo ma arco e frecce avrai bisogno di più giorni, polso fermo e pazienza, tanta pazienza.

    Se deciderai di non portare con te la tenda vorrà dire che dovrai investire più tempo a raccontare chi sei, da dove vieni, dove stai andando e perché ti sei ritrovata nella merda, anche a chi non te lo chiede e a chi non interessa.

    Io ho cercato di attrezzarmi per l’autosufficienza e gli imprevisti sono risultati piacevoli diversivi.

    Sono contento che mi hai scritto!

    Tienimi aggiornato sugli sviluppi, se deciderai di scrivere online, anche i preparativi al viaggio, dubbi e perplessità, mandami il link. Ti seguirò da subito.

    Ciao Michela.
    I'll see you around
    Mario

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