Colazione a La Panaderia con più paste, pasticcini, fette di torta, pizza.
Ho deciso di partire oggi.
Vado al supermarket a comprare qualcosa per il viaggio e un cane peloso mi accompagna, aspetta fuori dalla porta e quando esco rifacciamo la strada del ritorno insieme.
Che tipi i cani argentini l'ho già detto ma lo ribadisco.
Non ci possiamo lontanamente immaginare la vera personalità dei cani perchè da noi non sono liberi di farsi la propria vita. Vivono in casa o sono rinchiusi in 50 mq di giardino. Quando escono sono sempre al guinzaglio e l'effetto è quello di renderli frustrati, aggressivi, viziati.
Qui sono uno spettacolo a vedersi.
Sarebbe interessante realizzare un documentario sul cane. Il selvatico cane urbano.
Macchè cippi e ciappi, se gli tiri un pezzo di pane o un biscotto o qualche altra porcheria non la guardano neanche ma se ti scappa un sorriso diventi il loro uomo.
Si preparano le bici, ci vengono dati sacchetti pieni di dolci del giorno prima e pane a volontà.
Perchè a “La Union” si vendono solo dolci appena sfornati.
Foto di gruppo e partenza con strombazzammenti.
50 km per il Lago Escondido dove ci accamperemo per la notte.
Un cane ci accompagna, a turno gli si grida di tornare indietro, è pericoloso, lui accenna un ritorno ma non molla. L'unica è cercare di seminarlo. Funziona.
I due canadesi si fermano quasi subito e li perdiamo per sempre. Rimaniamo in sei. Si viaggia in scia. Non sono abituato a viaggiare in compagnia e lo trovo faticoso. La loro andatura è veloce e fanno pause ogni ora e mezza o due di marcia. Quando viaggio solo faccio pause ogni mezz'ora. Pause brevi a frequenti. Non riesco a trovare il ritmo, continuo a cambiarlo. Non mi trovo, non sono capace devo imparare.
La compagnia è piacevole, sono tutti simpatici e premurosi e mi sento da subito a mio agio.
Ci accampiamo sulla riva del lago ed in cerchio ognuno cucina per se. Bella serata. Peccato per una cover malfatta del più bel brano dei Metallica che irretisce Lorenzo.
Piove tutta notte con un forte vento per 10 secondi si e 10 secondi no. Per la prima volta in tenda fatico ad addormentarmi, sarà per l'avvicinarsi della fine del viaggio? Alle 6 sono già sveglio, non piove più, ci sono 7 gradi e il vento ha asciugato il terreno come se non piovesse da giorni. Secco.
Carico la bici, la ruota davanti è a terra. Il copertone non è responsabile, probabilmente quel colabrodo della camera d'aria non ha tenuto l'aumento del gonfiaggio per correre meglio sull'asfalto.
Il cerchione ha il foro piccolo per la valvola e la nuova camera d'aria ha la valvola grossa.
Chiedo conferma a Maurizio ciclo-meccanico di qualità. “La camera d'aria va bene basta togliere la guarnizione che riduce il foro. Se hai bisogno chiamami. La ruota è a posto. Mentre attendo che i compagni finiscano di fare colazione spingo a piedi la bici pronta alla partenza inseguendo il sole tra le nuvole.
Ci si divide in due gruppi chi farà il primo tratto per la strada nuova (asfaltata), il gruppo del quale faccio parte e chi per la vecchia (ripida e sterrata). Quando ci incontreremo al bivio conteremo 10,50 chilometri percorsi da chi ha preso la nuova e 3 chilometri da chi la vecchia. Mai lasciare la vecchia strada per la nuova.
Durante la pausa pranzo Michele raccoglie le impressioni su questa ultima giornata, sulla fine del viaggio. Nessuno sente la fine in maniera particolare, forse Michele si ma nessuno glielo ha domandato. Per terminare il viaggio ci sono ancora 25 chilometri e rifletto sulla domanda di Michele, rallento il passo, mi fermo, ritrovo il mio ritmo e perdo il gruppo. Comincio a sentirmi. Penso a fatti ed emozioni vissute, a come è stato un viaggio “perfetto” senza inconvenienti che non si siano automaticamente risolti. Alla solidarietà della gente incontrata. A come il viaggio mi abbia permesso di sentirmi migliore e migliorabile.
Spero che i miei nuovi compagni di pedalata non mi aspettino e non si preoccupino, fa un freddo cane e a stare fermi un freddo pinguino. Sono partito solo, ho viaggiato solo e sento il bisogno della continuità nel terminarlo solo.
Vado lento, mancano pochi chilometri, voglio gustare ogni pedalata che fa il suo giro.
Arrivo a Ushuaia,cerco di farmi qualche autoscatto ma fa troppo freddo a star fermi. Le foto non sono un granchè anzi sono proprio brutte. Pazienza, meglio vivi che con una bella foto al cimitero.
Entro all'Hostal Freestyle dove era diretto il gruppo. Sono al banco della reception. L'accoglienza è calda “ecco il sesto uomo! Pensavamo d'averti perso”.
Per perdermi bisogna prima trovarmi.
La camera condivisa è per sei persone. Lorenzo mi illustra la tariffa di 180 pesos per 2 giorni. “Direi che è perfetto!”
La sera si cucinerà nell'Hostal il cibo avanzato nel viaggio. Uniamo due tavoli per un risotto prelibato di alta cucina italiana. Durante la cena comunico che sono riuscito ad acquistare via web un biglietto sul loro volo. Entusiasmo generale. Martedì 14 alle 13.3 decolleremo tutti e sei con le nostre bici imballate in scatoloni alla volta di Buenos Aires. Domani sera però festeggeremo con cena a base di pesce al ristorante.
Questo viaggio in bici si è concluso.
I chilometri "pedalati" sono stati 2.632.
Ringrazio tutti quelli che hanno scritto sul blog dandomi energia e ricordandomi di non essere solo nei momenti difficili.
Ringrazio l'Erbolario di Lodi per avermi fornito tutto l'occorrente dalla protezione solare all l'igiene personale, più il preziosissimo giubbetto in pile che senza sarebbe stato un gran batter di denti e ad un contributo alle spese del viaggio, ma soprattutto per l'entusiasmo e il calore che mi hanno dimostrato.
Grazie a Cicli Scotti Crema per l'incoraggiamento, l'offerta di una bici con componentistica a scelta e senza limiti. Per lo specchietto, accessorio al quale non rinuncerò neanche per recarmi al lavoro, per i pattini dei freni che mi sono serviti e a tutta la cavetteria di scorta che per fortuna invece non è stata utilizzata.
Grazie al personale dello Sport Market di Lodi che è riuscito lottando senza resa a procurarmi attrezzature di non facile reperibilità. Depuratore per l'acqua, tenda e altri componenti particolari rivelatisi indispensabili.
Grazie ai veterinari Luca e Andrea per il loro benvolermene e la sparapunti di sutura.
Grazie a Silvana per il cuscino gonfiabile.
Grazie a Davide per gli occhiali antipolvere.
Grazie a Jacopo per essersi fatto vedere in Skype.
Grazie a Cosmo per i suoi “stai attento! testapelata”
Grazie a Don Peppino Bertoglio per l'amiciza.
Grazie alle mie due sostenitrici più presenti Emy e Anna Maria.
Grazie a tutte le persone di cuore che ho conosciuto in viaggio.
Grazie al sole e all'acqua.
Grazie all'Argentina e al Cile.
Familiari e compagni di lavoro li ho gà ringraziati in un post sul blog.
Se ho dimenticato qualcuno è perchè gli occhi si son fatti d'acqua.
Ciao e a presto
GRAZIE!
mario