domenica 2 settembre 2018

Vedi Cara

L’innamoramento non è per sempre. Deve finire per far si che nasca l’amore.
Nell’amore si ha il governo di sè, non si è più travolti da passioni o deliri.
L’amore non è affettività, non è consolazione, non è il tanto tempo che si stà insieme.
L’amore è il gusto della scoperta dell’Altro. 
Se si ha difficoltà a percepire l’”alterità”, l’identità dell’altro, l’Amore diventa possesso e se non si è in grado di gestire ciò che sfugge al possesso, l’Amore si estingue.
Un amore per sempre lo immagino come quello tra Michelangelo e il suo Mosè.
Dal giorno in cui cominciò a scegliere i pezzi di marmo al giorno in cui finì l’opera passarono 40 anni.
Quarant’anni di scalpello e martello per dargli forma, tra momenti di passione e di odio per non riuscire a finirla, momenti in cui avrebbe voluta finirla ma gli fu impedito.
Mai soddisfatto, alla fine quando lo completò lo guardò e vide che c’era ancora qualcosa di segreto. “Gli scaraventò addosso lo scalpello chiedendogli “Perchè non parli?”
O si è capaci di questo o è meglio non imbarcarsi nell’amore, conviene rimanere al livello elementare delle passioni, lì sono capaci tutti, non occorre fare niente, si è rapiti.
Il salto dall’innamoramento all’amore è un salto mortale.
L’amore non è uno stato di tranquillità, non è la quiete dell’anima, non è prospettiva di garanzie per il futuro, non è neppure una passione.
L’amore è una guerra.

Umberto Galimberti


Ho desiderato ci scalpellassimo per sempre.



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