Giovedi 10 luglio 2008

Ho trovato la strada senza errore, l'uscita dall'autostrada e l'imbocco del sentiero giusto. L'indicazione del vecchietto montanaro era giusta.

(foto di andrzej dragan)
Bella sensazione sentirlo parlare di Gran Burrone, Piccolo Burrone e Casa Sarti con l'orgoglio di chi conosce bene la strada e non rimpiange il passato.
Quanti anni ha chiamato quei luoghi in altro modo.
Vent'otto anni fa erano Posola e Tirlotta o qualcosa di simile.
(Promemoria: la prossima volta stare più attento e prendere appunti)

Trovato il sentiero cominciamo a percorrerlo contenti con entusiasmo, volontà e tanti buoni sentimenti.
Tecnica di salita cittadina: dopo due minuti ci ritroviamo sudati e seduti.

Ad accoglierci un interrogativo Chicco.
Esclamativo poco convinto quando Lucio l'incaponito cercava di ricordargli 2 giorni d'ottobre di 5 anni fa.
Muto come un acca alla vista delle corde della chitarra. Il suo grazie la frase quando ormai gli giravo le spalle: "Ma io ti sposo".

Alessandra ci invita ad entrare e poi fa cenno di attendere, dà un'occhiata all'interno e si arrampica sulla scala a pioli che porta al piano superiore.
Tutto a posto, Saliamo per non perdere la descrizione della stanza in cui passare la notte.
C'è tutto, giacigli, candele, un libro e la vista sulla vallata. 5 + 1 stella.

Lucio ricorda l'umidità delle due notti d'ottobre e Jaco stabilisce che dormirà per terra.
Temo la visita del topo notturno anche se biologico.
La cena è pronta, gli elfi stringono i piatti e mangiamo tutti e quindici insieme nella nuova accogliente cucina.
Dopo il caffè prendiamo posto in terrazza col maglione invernale. Il tempo in frenata libera è vento tra le foglie del bosco.


Uno triplo ravvicinato squittio mi sorprende. Astro "assassino" ha catturato il topo notturno. Posso dormire tranquillo.
