mercoledì 8 febbraio 2012

30 etapa 37 km Lago del Desierto - El Chalten



Ha piovuto tutta la notte ma la mattina quando esco dalla tenda diluvia.
Tutti i campeggiatori dormono ancora nelle loro tendine. Preparo la colazione, caffè e pasta asciutta all'acqua e sale.
Il barco arriverà alle 11.00, sono le 7.00 c'è tempo.
Devo riparare un gancio di una borsa che si è rotta e sostituire i pattini dei freni posteriori, operazione che non ho mai fatto prima.
Leggo le isruzioni. Danni non ne posso fare, male che vada non freneranno proprio come ora. Riparato dall'acqua scrosciante da giacca e pantaloni impermeabili procedo con successo riparando borsa e freni.
Le scarpe dopo gli attraversamenti dei torrenti di ieri non si sono asciugate e con me ho solo queste a parte un paio di espadrillas e delle ciabatte di gomma infradito, gli scarponcini timberland invernali sono rimasti nella borsa della bici in un hotel di Buenos Aires.
Ognuno a smontato la propria tenda eccetto quella dei due ragazzi cileni carbonizzati dal tanto sole che hanno preso che a quanto pare non saliranno a bordo.
Vorrei andare a salutare i frontalieri che sanno di Aldo Fabrizi ma non c'è tempo.
Prendono posto a poppa 3 bici.
La mia, quella di una ragazza svedese e un tandem super tecnologico appartenente a una coppia tedesca in viaggio di nozze. Lo sposo è un po' triste e preoccupato perchè ieri senza apparente motivo si tranciato di netto il telaio. La sposa invece è comunque felice e lo riempie di tenere attenzioni.
Sbarchiamo, la meta per tutti è El Chalten. La ragazza svedese saluta e parte a razzo. La coppia tedesca trova un hombre disponibile a dargli un passaggio col proprio pick-up fino al fabbro di El Chalten. Il telaio è di alluminio insaldabile ma non disperate il fabbro è esperto in questo genere di riparazioni, apporrà delle modifiche e potrete ripartire prima che lo possiate immaginare.
Intanto che sono “a tetto” e aspetto l'ebollizione dell'acqua per un caffè caldo, cerco i guanti da sci e le ghette impermeabili. I piedi sono zuppi però proviamo a vedere lo stesso cosa succede.
Succede che dopo qualche pedalata le scarpe si scaldano e l'effetto pediluvio tiepido è piacevolissimmo.
Spuntino a metà strada con pane e dulce de leche che da quando sono in viaggio sto consumando in quantità sicuramente tossiche.
L'ultima salita a 37 km di strada dal Lago del Desierto mi affaccia alla vista di El Chalten.
Vorrei fare una foto ma il vento me lo impedisce dirigendo l'obbiettivo dove vuole lui.


 

Trovo una stanza per la notte in un bed & breakfast. Racconto del computer finito in acqua, mi procurano un phon e dopo mezz'ora di aria caliente provo ad accenderlo.
Si avvia ma lentamente, molto lentamente ...però non funziona la tastiera. Spengo e riasciugo col phon. All'accensione la tastiera va ma non funziona il pulsante del track-pad. Spengo e riasciugo fino a che non vengono riattivate tutte le funzioni. Ora è ok, funziona meglio di prima.
Ad un minimarket alternativo gestito da giovani rasta trovo il tabacco per sigarette.
Ne hanno di tutti i tipi e dagli aromi più vari, anche alla fragola.
Scelgo il meno “cannellato”, il Domingo, natural, sin aditivos, importato dal Belgio. Biondo, trinciato fine dal profumo tenue. Vedremo alla prova del fuoco.
Mentre scelgo il tabacco mi sento afferrare un braccio da uno dei due ragazzi cileni che non si sono imbarcati. Ma ciaooo, ma come fate ad essere qui? L'abbiamo fatta a piedi, abbiamo attraversato il bosco tenendo come riferimento il bordo del lago e arrivati al molo ci siamo fatti dare un passaggio fino qui. Sembriamo vecchi amici che si ritrovano dopo anni.
Capisco che il tabacco sfuso è un prodotto di elite quando lo pago l'equivalente di cinque pacchetti di sigarette. Manifesto un “me gustaria” una buona pizza e il reggae-man consiglia “La Cerveceria”.
Entro, non hanno il wi-fi e quindi esco.
Rientro, chissenefrega del wi-fi e prendo posto.
Bella musica. Molto gradevoli e interessanti alcuni brani di tango registrati in sala prove senza tagli a pause e commenti parlati.
Luce soffusa, si parla a bassa voce.
Il locale è quasi al completo.
Anche senza riferimenti capirei d'essere in Argentina, le persone sono gentili e sempre sorridenti.
Al mio fianco una coppia gioca a carte, nel tavolino d'angolo un ragazzo legge un libro.
Mi portano la lista. Una pizza margherita costa quanto il “Locro” la specialità della casa.
Proviamolo. Sfoglio uno spesso quadernone rivestito con tessuto di sacco di yuta con pensieri e disegni dei clienti anche di bambini.
Il locro per chi ne avrà occasione và provato.
E' una zuppa densa che dopo il primo cucchiaio vuoi solo che non finisca mai. La birra è artigianale e la fetta di torta di mele non sfigurerebbe se servita ad un pranzo nuziale.
Il locale è pieno una coppia in piedi aspetta che si liberi un tavolo, il mio.
Non mi tolgono lo sguardo di dosso scalpitando mentre assaporo lentamente la torta.
Appoggio la forchetta e gli dico che poi ordinerò un'altra fetta di torta prima di ordinare la pizza.
I loro sguardi vagano alla ricerca di un altro tavolo e io riaffondo soddisfatto la forchetta nella torta.




3 commenti:

  1. Vogliamo la ricetta del " locro " e anche della torta di mele ! Ciao .Li

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  2. caro Mario,
    hai trovato la ricetta per il pediluvio caldo. Che bello! ma attenzione ai funghi (athlete's foot)! Hai trovato anche la ricetta per riparare i computer umidi. Suyog dice che si usa anche in India. E con che è fatto questo locro? e la foto della ragazza svedese partita a razzo?
    pietro

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  3. la fame ti fa mangiare tutte le mutine...

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