mercoledì 11 gennaio 2012

6 etapa 114 Km. Gen. La Madrid – C.nel Pringles

 scuola materna General La Madrid

Vengo svegliato di soprassalto da qualcuno che vuole buttare giù la porta a spallate.
Attraverso la finestrella della porta che da sul giardino vedo volare un ombrellone, una sedia di plastica e altri oggetti indefiniti e il pensiero va subito alla bici parcheggiata lì fuori. E' il vento.
Apro la porta, afferro la bici e la porto in camera in 5 secondi esatti.
La luce salta ma ho sottomano la pila.
Il vento suona la canzone dei matti con le campane di una chiesa vicina, un gallo canta nonostante l'apocalisse e io mi riaddormento.
La mattina Helena, l'addetta alle colazioni, pressata dalle mie incalzanti domande precisa:
“C'è stata la tormenta, ogni tanto succede, è normale.”
Piove. Percorrendo le strade cittadine cerco i danni della tormenta.
Qualche rametto d'albero qua e là e nient'altro.
Si succede, succede spesso e tutto quello che il vento si poteva portare via lo ha già portato via da un bel pezzo.
Accendo lo psico-garmin che oggi propone un altro interessante sterratino e noto vicino a me un uomo in veranda a prendere il fresco.
Non faccio in tempo a rallentare per chiedere indicazioni per Bahia Blanca che urla “ti ho visto in tv, sei quello che sta girando l'Argentina in bici”. Parlottiamo un po' e mi da delle indicazioni precisissime. Subito dopo aver sciolto le mani dalla stretta del saluto corre in casa a chiamare la moglie per raccontargli quello che farà fatica a credere.

La giornata è ideale. 21 gradi e una leggera piacevole pioggerellina.

Poco dopo una fermata veloce a bordo strada per una scatoletta e 4 grissini, passo davanti a un possibile punto di ristoro, rallento e valuto.
Non c'è un insegna, ci sono 2 camion parcheggiati in cortile e 4 cani che riposano davanti alla porta.
No. Non è un punto di ristoro quindi proseguo ma freno poco più avanti perchè c'è una minuscola insegna della birra argentina nascosta tra gli arbusti.
Seduti ai tavoli ci sono 3 clienti, al tavolo vicino alla tv due ragazzini figli o nipoti della cuoca-proprietaria che sta annotando su di un registro la merce che gli ha portato un vero gaucho in tenuta perfetta con basco, camicia, gillet e stivaloni.
Sul bancone c'è una pesa di almeno 50 anni fa, una pila di contenitori pieni di uova e dei fogli di giornale. Chiedo se è possibile mangiare ma la signora non capisce, ripeto, mimo e mi arrendo. “Se puede, se puede” finalmente viene urlato da un cliente tra una cucchiaiata di zuppa e l'altra.
Così mi accomodo e pranzo.

La giornata scorre liscia e fresca, i colori ora sono più saturi e meno bruciati.
Tutti i camionisti che incrocio mi salutano, sono tanti e fa piacere ma... che fatica!

Coronel Pringles è una bella città, le strade sono tutte lastricate a pietra, i negozi chic e la gente vestita con cura.

Messaggio personale per Alba prima che posti un messaggio:
Coronel Pringles non è quello delle patatine né quello degli orologi.

Ciao a presto.

 gommista

9 commenti:

  1. Ciao Mario, intraprendere un viaggio così lungo per sfuggire al tuo compleanno è assolutamente inutile. I nostri AUGURI arrivano anche dall'altra parte del mondo. TANTI AUGURI!!!!!! Francesca e Cosmo Pietro

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  2. Auguri Mario:non usare la graffettatrice!!!

    Luca

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  3. Grazie Luca! ...perchè? ...è difettosa?

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  4. E allora....tanti auguri!
    alessandra

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  5. Ciao Mario son Alba ma dai nn arriverò in Patagonia ma a capire che Pringles è il nome della località... si fosse chiamata Crema potevo confondermi...:-) Noi gli AUGURI te li abbiamo fatti sta mattina alle 6,30 dall'ufficio... ma una curiosità alle 13:48 (ora Italy), equivalente alle 9,48 circa ora locale, ti 6 fermato a far merenda con le "Pringles"... Buon proseguimento ciao M.A.

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  6. Ciao Mario! Qui all'Erbolario a Lodi stiamo seguendo il tuo viaggio...la Natura è davvero selvaggia!

    Anche sul nostro sito si parla di te:
    "http://www.erbolario.com/bacheca/articoli/tutti/63_in_viaggio_con_mario_bellocchio/

    con affetto
    Lo Staff dell'Erbolario Lodi

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  7. Ciao Mario,ti leggo sempre e devo dire che l'ansia dei primi giorni si e'tramutata in interesse,voglia di sapere....Mi piace molto seguirti,sto quasi vivendo con te questo bellissimo viaggio.Bacione Li

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  8. mi piace quell'avventore col cucchiaio in mano che fa "se puede, se puede", è un caso interessante di uno che stava mandando un doppio messaggio, uno in lingua spagnola, l'altro nel "body language"

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