martedì 31 gennaio 2012

22 etapa 49 Km. Cile Chico - Puerto Fachinel



L'Hotel non prevede la colazione e alle 8.00 del sabato Chile Chico è deserta. Tutto chiuso.
Il supermercato aprirà alle 10.00. Mi siedo fuori dal panificio che aprirà alle 9.30.
Mi servono degli elastici per fissare il portapacchi davanti che sta andando in pezzi.
C'è una ferramenta ma gli elastici non li hanno, hanno delle corde. Chiedo del filo di ferro ma non capiscono cosa voglio allora prendo a campione un filo di rame e gli dico “così ma di ferro”, niente da fare, acquisto 1 mt di filo di rame purissimo e duttilissimo che si romperà dopo qualche chilometro.
Non costa quasi niente perchè il Cile è il maggiore produttore di rame del mondo.
Trovo un internet point e aggiorno il blog.
Sono riuscito chissà come a perdere le cuffie dell'ipod, sono davanti ad un negozio di elettrodomestici ma non entro, è tardi e comunque mentre viaggio voglio avere le orecchie libere per sentire quando sopraggiungono veicoli, quando perdo una borraccia o quando la bici potrebbe fare rumori strani che richiedono un indagine veloce.
Ormai la mattina se né andata, è mezzogiorno ma non mi fermo a pranzare perchè non ho con me antistaminici e credo di essere allergico a Chile Chico. L'uscita dal pueblo è una salita che potrebbero usare come esame di affaticamento nel reparto cardiologia.
Vedi Chile Chico è poi muori.
Il viaggio di oggi è emozionante, i paracarri inesistenti, guardare di sotto sembra attivare un supermagnete che attira la bici. Il vento forte è imprevedibile nel presentarsi ed è sempre contro, anche quando la strada piano piano gira intorno ad un tornante e a rigor di logica dovresti trovarterlo alle spalle lui ti soffia dritto in faccia.
C'è un camioncino parcheggiato a bordo strada, tre uomini stanno ripristinando un tratto di recinzione di un terreno mentre arrivo arrancando, stando attento ai sassi più grossi e che la lingua non i finisca tra i raggi. Le persone che si incontrano sono poche e ci si saluta sempre. Uno di loro si mette a urlare “ehi amico ti serva acqua? Succo di frutta?” agitando una bottiglia da 2 lt di spremuta d'arancia, “guarda come sei flachito (magro), devi mangiare di più e poi copriti che farà molto freddo”. Ringrazio ma proseguo perchè l'energia è arrivata e il cuore ora è caldo.
Ho fatto 49 km., A Ushuaia a queste medie giornaliere non arriverò più. Trovo uno spiazzo per la tenda, il posto è bello ma il manto erboso irregolare e con sterpi spinosi. Ripulisco il necessario e per la prima volta monto la tenda sotto attacco dal vento. Il metodo di montaggio da foglietto delle istruzioni non va bene se c'è vento forte, la tenda prenderebbe il cielo come una mongolfiera così studio un sistema ad hoc che funziona alla perfezione. Prima si picchetta la base della tenda e poi si montano i pali.
Il cielo è stellatissimo e solo oggi mi accorgo che le placchette dei tiranti della tenda sono fluorescenti per segnalarne l'ingombro.
Piove tutta notte, il vento fischia ma all'interno della tenda è come essere a casa davanti al caminetto.


1 commento:

  1. normalmente gli elastici servono per fissare il bagaglio al portapacchi, ma nel tuo caso ti servono per fissare il portapacchi tout court...
    oh quanti di noi in sovrappeso vorrebbero avere un ventre un po' più flachito... ti invidiamo
    pietro

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