sabato 28 gennaio 2012

20 etapa 70 Km. Coyhaique - verso Puerto Ibanez


Il consiglio che mi ha portato la notte è quello di proseguire per la Carrettera Austral.
Parto subito, non mi fermerò a riposare.
Quindi Puerto Ibanez per prendere il traghetto che mi sbarcherà a Chile Chico e da li giù per la Carrettera Austral fino a Villa O'Higgins.
In albergo le colazioni sono sempre scarse. Non c'è mai lo yogurt e di briosh neanche l'ombra.
Mi abbuffo comunque di caffelatte e pane burro e marmellata.
Preparo le borse e uso il bagno.
In ogni bagno sia del Cile che dell'Argentina c'è il cestino per la carta igienica che non và assolutamente buttata nel wc perchè intaserebbe la fognatura. Lo stesso effetto che potrebbe avere da noi un pannolino.

In piazza davanti alla chiesa due persone mi indicano dov'è la casa del vescovo Luigi.
Sembra non ci sia nessuno in casa.
Appare Renè un collaboratore del Vescovo. Gli spiego la situazione e i invita ad entrare. Il vescovo oggi è in un'altra città. Oggi è qua, domani là, a Coyhaique viene solo se c'è qualche funzione particolare. Mi invita ad entrare per telefonargli ma non voglio disturbare, scrivo su un biglietto strappato dal diario chi sono, che ero passato per salutarlo e che spero di conoscerlo quando verrà a Crema.

Rene'

A Coyhaique c'è veramente tutto anche 2 affollate farmacie grandi come ipermercati.
Una cicloturista con 2 bici parcheggiate fuori da un supermercato si offre di custodire anche la mia per darmi non più di 10 minuti di tempo per fare un po' di spesa. E' tedesca, mi posso fidare ma è meglio puntare la sveglia.
Quando esco c'è anche un ragazzo, che vedendomi magrolino e con 2 sacchetti della spesa semivuoti mi prende in giro chiedendomi se sono le provviste di una settimana.
Arrivano da Villa O'Higgins e stanno risalendo fino ad Esquel.


Finalmente si parte, è tardi, sono già le dieci.
Un po' salendo e un po' scendendo da poco più di un centinaio di metri di quota mi ritrovo verso sera a quota 933 mt. Finalmente arrivano le vere discese. Il vento è pazzesco continua a cambiare direzione e intensità come se qualcuno con in mano un controller per la gestione del vento stesse giocando a: “Fai cadere lo stupido idiota in bicicletta”.
Il giocatore ha perso la partita, sono arrivato sano e salvo al Parco Nazionale Cerro Castillo dove c'è un cartello che indica le specie animali e un campeggio con docce.
Il cartello specifica le tariffe: 1000 pesos per i cileni e 2000 per gli stranieri; ma quello che mi fa propendere per continuare il cammino è che sul cartello non viene riportato a quanti metri o chilometri si trova il campeggio. E se fossero 4 km? Andata+Ritorno, 4+4=8 per scoprire magari che in questo periodo dell'anno è chiuso.
Meglio proseguire e portarmi avanti così domani resteranno meno chilometri per Puerto Ibanez e se dovesse capitare una foratura o qualche altro inconveniente dovrei riuscire comunque a non perdere il traghetto delle 19.00.
Con la coda dell'occhio sul ciglio della strada vedo ricomparire i “triboli” quelle spine sempre in piedi che provocarono parecchie scocciature a me e alle gomme.
Qui sono più piccoli e le spine meno robuste ma meglio non rischiare e stare attenti.
Trovo un area perfetta in un terreno recintato senza cancello in legno, è uno spiazzo morbido nascosto dalle piante, su di una collinetta.
Trasporto prima le borse e poi la bici in spalla per evitare i triboli.
Sono in tenda e mi viene la curiosità di sapere quanti gradi ci sono.
Vado a prendere il computerino della bici che segna 9° e lo porto in tenda.
Dopo mezz'ora segna 12°.
Il saccoapelo indica una temperatura esterna ottimale di 11°, il limite di benessere è di 3° e la temperatura al di sotto della quale si rischia l'assideramento è di -11°.
Chiuse tutte le cerniere del sacco a pelo mi sveglierò alle 3.00 tutto sudato.


4 commenti:

  1. ...mi sveglierò alle 3 tutto sudato - Punto - Non è gentile interrompere la scrittura così all'improvviso, cosa fa il lettore? Non può girare pagina... non è padrone della sua curiosità, deve attendere con ansia il prox blog. A presto anna

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  2. caro Mario
    sei entrato nella parte più dura, quella dove dovrai tirar fuori le tue risorse nascoste. Quando il vento ti sferza, i triboli ti minacciano, i burroni ti guardano, pensa ai tuoi cari, a quelli che ti vogliono bene e che ti aspettano con trepidazione e con orgoglio. e vai avanti! Ti vogliamo vedere vivo e intero tra noi, tra non molto! Pietro

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  3. Ti svegli alle 3,00... e poi!? Ha ragione Anna... sembra uno di quei temi che davano a scuola, con continua tu la storia... Aspettiamo con ansia, senza ansia... insomma aspettiamo ma non farci aspettare troppo:-) Ciao Alba-man
    to be continued...

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  4. E dai Mario, stiamo aspettandoooooo.....:(

    Li

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