mercoledì 25 gennaio 2012

16 etapa 66 Km. La Junta - Puyuguapi



Domani cambio del guardaroba, stamattina sono partito alle 8.00 con 10°.

A La Junta trovo un segnale wi-fi libero del municipio così ne approffitto per aggiornare il blog. Tutti i giorni preparo il materiale da pubblicare se non lo vedete online è perchè non ho trovato un segnale non perchè sono finito in un burrone o mi ha ingoiato un puma.
Ho chiesto a più persone informazioni sui puma.
I puma ci sono e non sono a rischio d'estinzione.
Temono l'uomo perchè non esita ad ucciderli per proteggere il proprio bestiame, è improbabile che un uomo possa venire attaccato da un puma e ci si può ritenere molto fortunati se si riuscira' ad avvistarne uno.

Mentre aggiorno il blog si presenta una ragazza che alloggia nel hospedaje vicino al municipio. Anche lei cicloturista ma in borghese perchè in pausa, è partita da Ushuaia ed è diretta in Alaska. Chiede dove alloggio a La Junta. Non alloggio partirò tra pochi minuti per Puerto Puyuguapi.

Puyuguapi dista da La Junta dai 45 ai 70 km, dati discordanti forniti da mappa, cartelli stradali e da due abitanti del posto.
Per non farmi illusioni prendo per buono il dato di 70 km.
2 cicloturisti americani, ragazzo e ragazza che procedono nel senso opposto mi sorprendono di spalle mentre sono in sosta spuntino. Ci scambiamo informazioni su il tragitto che abbiamo percorso.
Le caratteristiche in ambedue le direzioni sono standard. Nessuna novità, si va su e poi si va giù, su e giù, su è giù, a volte lo sterrato è bello e a volte no. A volte è dry e a volte è soft comunque sempre hard.
Aspettandomi di arrivare a Puyuguapi in 70 km sono proprio contento di esserci solo dopo 45.

Il primo edificio che incontro è il punto informazioni turistiche.
Sto cercando 1 camera con bagno, wi-fi in camera e non nella hall, ricovero per la mia bici e visto che a Puyuguapi non c'è una banca e io non ho contante sufficiente, pagamento con carta di credito. “Guarda ce n'è uno con tutte le caratteristiche richieste proprio qui di fronte”.

La stanza è simpatica, al primo piano di una casetta in legno compensato che quando ti fermi di colpo sembra ondeggiare.
Ottengo il permesso di ricoverare la bici sotto una pianta.
Il wi-fi c'è ma non mi può dare la password perchè dovrei configurare il mio pc.
“Il pagamento con carta di credito qui non ce l'ha nessuno”.
Ringrazio e saluto, dovrò dormire in tenda.
Chiede se non ho dollari. No, non sono passato dagli States però ho dei pesos argentini. I pesos argentini vanno bene.
Mentre stiamo facendo i conteggi del cambio valuta sento alle mie spalle qualcuno che mi si rivolge in un irreprensibile italiano.

“Ciao, ma sei italiano!” esclamo.
No, è cileno ma ha vissuto per qualche anno in Italia correva in bici e preparava gli atleti.
Ha abitato a Trento, Bologna e Bergamo, più precisamente a Fara Gera d'Adda.
:-)
Ti abbiamo visto per strada, mia figlia ha visto la bandiera e pensava fossi messicano.

E' venuto in Italia nel '83, aveva 23 anni.
Ha dei cari amici a Canonica d'Adda che gestiscono un negozio di bici, coi quali è sempre in contatto. Andrò a trovarli, Canonica è vicino a Trezzo dove ho vissuto per 6 anni e ogni tanto ci torno per pedalare un po' sull'Adda.
Si chiamo Volney è qui in vacanza con la famiglia, una bella famiglia.

Bucato obbligato di 4 paia di calzini e degli indumenti indossati durante la giornata. Metto sotto carica computer, navigatore, tutto, e faccio una doccia. Il piatto della doccia sotto il mio peso si deforma visibilmente con forti schiocchi per riprendere la forma originale quando alzo un piede. Speriamo di non finire di sotto.

Sono le 10.00 passate quando esco alla ricerca di un ristorante.
L'unico aperto è quello davanti alla stazione dei carabineros.

La famiglia di Volney sta uscendo dal locale: “sei sfortunato hanno appena chiuso la cucina”.
Scherza, gli chiedo come si mangia e se accettano le carte di credito.
Si mangia bene e si spende poco, ma non accettano le carte di credito.
Gli chiedo come sia possibile che non ci siano banche e che gli esercizi commerciali non accettino carte di credito. I carabineros ad esempio, percepiscono lo stipendio in contanti?
In nessuna guida avevo letto di questo problema sennò avrei prelevato più denaro a Futaleufù.
A Coihaique sicuramente la banca c'è, però è a quasi 300 km da qui.
3 giorni senza contanti, dormirò in tenda nutrendomi di bacche e di qualche pesce se lo riesco a prendere. Si ride e ci si saluta. Mentre sono nel locale in attesa che qualcuno del personale mi saluti si apre la porta del locale, è Volney che mi chiede se voglio del contante.
Ringrazio per il gesto ma ce la farò, ho con me cibo per 5 giorni e ancora qualche spicciolo che userò con parsimonia.

Grazie per il pensiero Volney.

4 commenti:

  1. ormai per me il tuo blog è un appuntamento giornaliero e visto che non ti facevi sentire, per un momento ho pensato anch'io t'avesse ingoiato un puma .... ahahahahah
    ciao Mario
    Emy

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  2. Bentornato. Pensavamo avessi cambiato meta e fossi sulla strada per l'Alaska.

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  3. bella la natura, anzi bellissima, fiori gialli, laghi (o fiordi) blu; manca solo la foto della ragazza in borghese che andava in Alaska...
    pietro

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  4. eh... la foto della tipa in borghese se la tiene per se l'egoista... :-) ovviamente scherzo... e la bici a spinta... la verità è che altrimenti scoprono il suo antifurto... quello che ci hai spiegato all'inizio del viaggio... "il ladro a fretta... rapporto morbido e peso..." il ladro dove vuoi che vada... qualcosa di simile ricordate?!
    Confiderò un acosa... non ho mai letto "così tanto" in poco tempo:-)
    Ciao Mario buon proseguimento Alba-man

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