giovedì 19 gennaio 2012

11 etapa 116 Km. El Bolson- direz. Esquel


Sosta mattutina a “El Bolson” per colazione e aggiornamento del blog.
Anche questa città è molto turistica. Tutto all'insegna della natura.
Prendo la strada per Esquel quando vengo superato da un pickup con a bordo dei cani scalmanati che abbaiano contro ogni simile che vedono.
Da un cortile esce un cane sparato a razzo, non riesco ancora a capire se ce l'ha coi cani del camion che peraltro è già fuori tiro o con me. Comincio a rallentare e a preparami a scendere dalla bici. Non ho ancora messo il piede a terra che “PUM!” un suv centra in pieno il cane e lo fa ruzzolare per qualche metro. Il cane è pancia all'aria, immobile. Il guidatore rallenta ma non si ferma. Torno indietro, i suoi amici cani gli girano intorno, lo annusano, sembrano non capire. Mi avvicino piano, non vorrei che se la prendessero con me. Invece mi fanno spazio, mi vedono come la speranza di riaggiustare tutto. Il cane non dà segni di vita, non ci sono ferite ma l'espressione del muso non è da cane morto tipo con la lingua fuori e gli occhi sbarrati quindi provo a cercare i battiti ma non li trovo.
Non essendo medico la prognosi è: probabilmente morto. Lo trascino sul ciglio della strada, il padrone non si vede. Saluto gli altri cani e riparto. Non riesco mai a fare a meno di ironizzare e penso che se avesse avuto una ferita profonda avrei potuto testare la spara graffette di suturazione omaggiatami dai veterinari Luca e Andrea.
Per tutta l'Argentina che ho visto i cani sono liberi cittadini. Girano liberamente per le strade e raramente ne ho visti col collare. Si muovono spesso in in gruppo e cazzeggiano tutto il giorno.
Non sono aggressivi, anzi. Sono sempre sul chi va là e timorosissimi. Quando li incroci ti guardano con le orecchie basse e la coda tra le gambe ma basta un sorriso per far si che ti facciano festa.
Ho pedalato per 40 km, il sole picchia, sono le 14.00 quindi effettuo una sosta in un posto con una vista da non credere. Cannelloni di verdura in salsa rossa. Speciali.

foto rubata al ristoro

Dovrei comprare anche dell'acqua ma ne ho ancora 3 litri e sulla mappa sono segnate 2 località a pochi km, l'acquisterò lì.
Il sole qui picchia parecchio, ieri mattina ho voluto fare il figo a non mettere la protezione solare, tanto sono già abbronzato. A mezzogiorno avevo le braccia piene di piccole vesciche. Una cosa del genere non mi era mai successa. Sarà il buco dell'ozono. Sarà meglio proteggersi sempre.
Lo stick dell'erbolario sembra fatto apposta per il trekking. Protezione 50+, pesa niente ed è efficace. Grazie al casco mi ritrovo la testa abbronzata a strisce come un appartenente ad una improbabile tribù. Lo stick è comodo perchè posso proteggermi la testa solo dove serve senza togliere il casco usandolo come fosse un normografo.
Sono finito su un altopiano. Non in alta quota, solo 800 mt di altitudine. Sembra di essere in pianura circondato dalle punte delle vette.


Le due località segnate sulla mappa sono solo località, non c'è una casa anche se sulla mappa sono indicate come piccoli centri.
Ho paura che l'acqua non mi basterà.
Mentre pedalo controllo se incontro qualche ruscelletto. Ho con me un depuratore a filtri di ceramica Katadyn. Dovrebbe trattenere il 99,9999 per cento di agenti patogeni, perfino quelli della “giardia”. Potrei filtrarla e metterci dentro due goccie di jodio. Lasciare agire per un paio d'ore con l'apporto aggiuntivo del sole e dovrebbe essere bevibile senza problemi.
Non so che gusto avrà, non buono credo.
Cercando un ruscelletto mi imbatto in centinaia di bottiglie d'acqua.
Acqua offerta a uno dei santuari dedicati alla Difunta Correa. La leggenda narra che Deolinda Correa durante le guerre civili intorno agli anni del XIX secolo, seguisse a piedi il battaglione del marito malato attraverso le campagne desolate di San Juan, portando cibo, acqua e il figlio piccolo in braccio. Esaurite le provviste morì di sete, ma quando alcuni mulattieri di passaggio la trovarono, videro che il bambino era ancora vivo e che stava succhiando dal seno della madre.
Controllo se c'è qualche bottiglia sigillata ma non ne vedo eppoi chissa da quanto tempo saranno li.
Non credo che la Difunta Correa ne abbia a male se dovessi prenderle una bottiglia, eventualmente potrei lasciare in cambio dei biscotti.

 Santuario della Difunta Correa

Ad Esquel è impossibile arrivarci in giornata, troppo distante, è quasi il tramonto e mancherebbero 80 km. Passo innanzi a una comunità Mapuche. Quasi quasi i fermo a chiedere se hanno un po' d'acqua. In Argentina non so come se la passino, in Cile non bene. Lo Stato cileno sta espropriando le terre dei Mapuche e applica leggi contro il terrorismo a chiunque si opponga in maniera non violenta, anche agli adolescenti, con condanne fino a 50 anni. Vogliono toglierli di mezzo.
Poco distante una macchina si ferma e apre il cofano per aggiungere acqua al radiatore, domando se nella direzione che sto percorrendo ci sono camping, si ce n'è uno più avanti a circa 20 km.
Bene, riparto, se non trovo salite impegnative e il vento contrario in un ora sarò in campeggio.
Se il vento sarà contro e ci sarà qualche salita in più ci vorranno due ore. Bene lo stesso tentiamola.
Ho fatto 15 km in vista non c'è nulla neanche un cartello e ci sarà ancora mezz'ora di luce. Mi fido poco delle indicazioni in kilometri, è difficile valutare le distanze dove non ci sono riferimenti.


C'è un fiume, vado a vedere. Il posto è così così ma non posso permettermi la puzza al naso.
Monto la tenda ci infilo tutte le borse e mi chiudo dentro. Fuori è già buio. Mi sono lavato con le salviettine, mi sono cambiato per la notte e ho cenato con 4 biscotti, non di più perchè fanno venire sete.
Dalla tenda sento il rumore del fiume, il vento fischia tra le foglie, ogni tanto il rumore lontano ora di un auto ora di un camion. Non piove ma sulla tenda ogni tanto si sente cadere qualcosa, sembrerebbero insetti attirati dalla luce. Sento uccelli notturni. Qualcosa di più grande di un ratto ma più piccolo di un cane lo sento muoversi all'esterno dove ho i piedi. Annusa rumorosamente e zampetta. Ora è davanti e ora è dietro. Speriamo non me li azzanni. C'è anche un grosso insetto che frulla e qualcosa che nuota nell'acqua. Proverò a spegnere il computer e la luce per vedere o meglio per sentire che succede.
Ho letto che un ottimo sistema per tenere alla larga dalla tenda qualsiasi essere vivente è quello di circondare la tenda con una fine striscia di zolfo e di darle fuoco. L'odore dello zolfo bruciato non lo sopporta nessuno. Zolfo non ne ho però domani qualche fiammifero lo compro.
Sarà una notte lunga, lascerò un orecchio acceso.
Buona Notte,
click.



5 commenti:

  1. Ciao Mario! Spero che hai potuto dormire...anche con l'orecchio acceso.Perché' non hai sparato gli ultrasuoni? Bacio Li

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  2. Oggi 19 gennaio si festeggia S.Mario. Tantissimi auguri dai Bellocchio.....tutti.

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  3. ma chi sono i Mapuche? e se per una protesta non violenta danno 50 anni di galera, quanto danno per la protesta violenta?
    il nostro comandante Schettino rischia al massimo che gli diano 15 anni. Hai saputo della nave Costa Concordia, naufragata venerdì notte per un "inchino" con 4200 persone a bordo, una trentina i morti?

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  4. Ke storia... se ti fossi preparato gli zolfanelli incerati, quelli anti acqua come "da manuale" del mitico Ambrogio Fogar in Jonatan dimensione avventura, avresti potuto utilizzali per le bestioline curiose... sono sempre utili e poco ingombranti... Cmq la notte è passata e quel che conta è che ora tu sia pronto per rimetterti in marcia... Hasta manana :-) Cioa Alba-man

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  5. Si, ho sentito della tragedia. Gli argentini mi tengono aggiornato.

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