mercoledì 14 luglio 2010

34/36. Crema-Caponord in bicicletta

34a - 35a e 36a tappa - martedi 13 luglio 2010
Eunotekio (Finlandia) - Honningsvåg (Norvegia)
422 km



Manca ormai poco e oggi rallento un pò il passo. Quando rivedo in >> ffwd tutto il viaggio mi prende un pò di vertigine tanto che devo pigiare veloce sullo stop per non finire a terra.
La Norvegia qui al nord è bellissimma! n°1.
La maggior parte della giornata ho viaggiato lungo la costa. Montagne vere. Imponenti ma che sembrano potersi sbriciolare ad un semplice suono di clacson.

Spaventi a parte una bellissima giornata.
Il silenzio della bici non copre i suoni di quel che ti accade intorno e il suo abitacolo include ogni profumo.
Sono riuscito ad essere anatra tra le anatre , gabbiano nei corridoi del vento e quasi in mare quando una folata di vento di violenza mai provata mi ha dato una sberla improvvisa che mi ha fatto ritrovare fermo e incollato al guard rail dal quale non riuscivo a scollarmi.

45 chilometri di vento potente mai visto.

Quando il vento è davanti o dietro non c'è pericolo di farsi male.
Si fatica di più o si fatica di meno.
10 km/h con vento contro in una bella discesa.
27 km/h con vento a favore in una bella salita.
Il vento fà la differenza.

Quando arriva di lato il procedere si complica.
Mi sembrava di essere in barca a vela, tutto inclinato a far da contrappeso.

Oggi per la prima volta mi sono veramente arrabbiato.
Ho inveito con gesti e parolacce al conducente di un camper che superando un altro camper mi ha fatto vedere la parola fine del viaggio.
Ho frenato mollato la bici e saltato il guard rail prima che mi investisse.
Mi rammarico solo di non aver fatto in tempo a raccogliere una grossa pietra per scagliargliela nel parabrezza e un altra sul ditino del piede dopo che si fosse fermato.
Dopo la manovra il camper superato si è fermato per assicurarsi della mia incolumità.

Alle 17.00 la temperatura scende e in abbigliamento invernale comincio a sentire freddo.
Intravedo l'entrata del tunnel del quale ho sentito parlare e un ciclista in uscita con la faccia sconvolta e gli occhi a girandola.

7 km di galleria 250 mt sotto il livello del mare. Chissà che freddo là sotto.
Mi fermo all'imbocco e mi cambio d'abito. Inverno estremo.
Mi immagino già quel che mi spetta. Freddo, gas di scarico, rumore d'auto e camion che rimbalza sulle pareti senza via d'uscita, claustrofobia, acqua gelida che cola, possibile infarto.
Vestito di tutto punto al massimo delle possibilità rollo l'ultima sigaretta del condannato.
Alla seconda boccata di fumo si ferma un auto.
E' spagnolo e mi sgrida dicendo che fumare fa male.
Mi è subito simpatico anche perchè capisco tutto quello che dice.
Ciclista pentito, motociclista stanco 120.000 km in un anno, ed ora in giro in auto con tenda che ha montato una sola volta a casa prima di partire per vedere se stava in piedi.
E' di Barcelona, un pò la conosco e si parla di luoghi.
Chiacchieriamo scherzosamente per un bel pò. Ogni tanto commenta le sue gesta dicendo che è un pò pazzo e di non ridere troppo che io non sono da meno.
Mi dice che l'atmosfera di questi posti gli ricorda un pò la Patagonia e mi invita a valutarla come prossimo viaggio. Le distanze tra un paese e l'altro sono un pò più lunghe, anche mille chilometri, ma se sono matto come sembro non dovrebbe essere un problema.
Ci salutiamo affiatati e vuole scattare una foto che mi manderà via e-mail.

Serro la muta e mi intrufolo.
Ormai sono dentro.
Il freddo che sento è freddo ma è solo l'inizio.
I primi 2 chilometri sono tutti in discesa.
La tuta che indosso ha un range di esercizio da +6 a -6 ma per essere efficace ed entrare in temperatura ha bisogno di esercizio fisico.
In discesa è dura scaldarsi pedalando. Più pedali e più aria prendi.
Battendo i denti sogno la risalita come quando da piccolo a notte fonda, al ritorno dagli zii, camminando dormendo sognavo il mio lettino.
Quando i pedali cominciano a far presa in un attimo sono al calduccio.
Ad ogni chilometro c'è un cartello luminoso che indica i chilometri fatti e quanti ne mancano.
Oggi credo di aver raggiunto il mio record di risalita.
La sensazione è stata quella di scendere in un inferno freddo per poi risalire.
All'uscita c'è la coda del pedaggio.
Camion 750 corone (94 euro)
Auto 450 corone (56 euro)
Moto non ricordo.
Supponevo che per le bici fosse gratis ma ho fatto la coda aspettandomi un riconoscimento.

Ora sono a Honningsvåg in un Hotel. Il gestore è molto cordiale ed empatico.
Mi ha dato una stanza doppia anzichè singola perchè in quella singola non arriva il segnale wireless e nonostante la cucina fosse già chiusa mi ha cucinato un pranzetto a base zuppa, pesce e verdure, dolce, tutto ottimo e abbondantissimo perchè il ciclista ha bisogno di energia.

Domani in mattinata a 34 km circa, Nordkapp e l'avventura del riuscire a ritornare potrà avere inizio.















Visualizza enontekio in una mappa di dimensioni maggiori

5 commenti:

  1. Ti voglio tanto bene. Ho visto la casetta bianca e ho visto la tenda. Ti voglio tanto bene. Ti do tanti baci quando torni. Basta. Pietro Cosmo

    RispondiElimina
  2. Mario sei grande! ma come hai fatto a risolvere il problema della coperta, anzi del coperto, volevo dire del copertone?

    RispondiElimina
  3. saranno anche cose da matti...però che figata!
    Andrea

    RispondiElimina
  4. sei stato bravissimo. ti aspettiamo emozionati. silvana

    RispondiElimina
  5. I copertoni li ho trovati ad Alta e li ho potuti scegliere tre 2 modelli di battistrada differente. Più di 400 km con le pezze. Se le pezze non tenevano avevo già messo in conto di muovermi sui nudi cerchioni. Ho pensato: se l'ha fatto Jaques Villeneuve posso farlo anch'io. :-)

    RispondiElimina